Ovviamente
per molti versi avremmo voluto essere in un posto romantico, magari sul Lago, o
a casa nostra a preparare una cena a base di pesce, ma forse è stato un segno
che dovessimo festeggiare qui dove abbiamo realizzato i nostri sogni più grandi.
E
così abbiamo dovuto pensare a come passare una giornata così importante.
La
più creativa è stata la Dani: “Ah! Oggi è un giorno importante?” – “Sì tesoro” –
“Allora posso mettermi il rossetto?!”.
Anzi,
a ben pensare il più originale è stato Luca che ha vinto le proprie remore e ha
deciso (finalmente!) di andare da Norberto, famoso parrucchiere di Bogotà. Per dare
un’idea della sua fama e della gente che lo frequenta basta passare davanti al parquedero riservato ai suoi clienti. A parte
le macchine che vi si trovano, diciamo solamente che oggi a vigilare c’erano due
soldati con tanto di mitra.
Del
señor Norberto non sappiamo assolutamente nulla (nemmeno se esiste davvero) tranne
che il suo nome campeggia su un palazzo molto chiccoso di tre piani,
interamente occupato da saloni di bellezza per donne, uomini e bambini. In quel
luogo ci lavorano ben 250 (duecentocinquanta!) ragazzi che hanno tra le più
svariate mansioni: parrucchieri naturalmente, lavateste, spazzatrici,
truccatori, manicuristi, preparatori di caffè, intrattenitori e comparse. Per uno
che lavora, infatti, ce ne sono almeno tre che se ne stanno seduti ad aspettare
che qualcuno abbia bisogno di loro. Il ragazzo che ha servito Luca gli ha
chiesto “Una struttura così in Italia sarebbe grande o piccola?” – “Beh,
considerando che il negozio della mia parrucchiera è grande come lo sgabuzzino
dove voi mettete le scope…”
Luca
si è fatto convincere ad entrarci solamente per due motivi: la palazzina si
trova a pochi metri dal Portal e la lunghezza dei suoi capelli si stava facendo
ogni giorno più ingestibile. E così stamattina si è deciso e ha dovuto
ammettere di aver fatto la mossa giusta. Anche la Dani e la mamma ringraziano
per l’ottima scelta: la Dani perché così si è fatta più di un giro sulle
poltrone vibranti destinate ai figli irrequieti dei clienti e la mamma perché si
è vista servire un ottimo tè finché aspettava paziente. Per la verità si è
pentita un po’ di essere stata troppo impulsiva nel rispondere “no” alla
raffica di domande “quere una manicure, pedicure, taglio, tinta, massaggio,
trucco…”, della serie “la vediamo un tantino sciupata e secondo noi avrebbe
bisogno di tutto questo per poter cominciare a essere presentabile”.
E così Luca è uscito da quel covo di modaioli con
un bel taglio nuovo nuovo, pronto per la nostra cenetta romantica.
Oddio, romantica…!
Per la verità è stata un cenetta collettiva che di
romantico aveva gran poco ma che ci ha dato molte soddisfazioni.
La cosa è iniziata così: ieri sera a cena abbiamo
annunciato alle altre famiglie che oggi ci sarebbe stata la torta per
festeggiare i nostri tredici anni. L’idea era quella di comprare un dolce ma a
dirla tutta i dolci colombiani fanno proprio schifo. Troppo dolci, troppo
colorati, troppo sciropposi, insomma a volte davvero immangiabili. E così è
nata l’idea di arrangiarci e di tentare una produzione in collaborazione tra le
mamme presenti in questo momento: veronese, vigevanese e vicentina, nell’ordine,
cinquanta, quaranta e trenta giorni di permanenza in Colombia, giorno più
giorno meno, giusto per fare una classifica di stress psicologico. Insomma,
tutte eravamo alla disperata ricerca di qualcosa da fare per passare un
pomeriggio diverso e abbiamo deciso di buttarci sul training culinario.
Dalla torta al risotto il passo è stato breve. Ed è
così che ci siamo ritrovate a passare più di quattro ore in cucina per fare un
risotto alle zucchine e una crostata alla frutta per quindici persone.
Lo ammetto subito così non creo aspettative
inutili: entrambi avrebbero avuto ampi margini di miglioramento, anzi, il riso
era quasi immangiabile e la torta era tendente al secco incendiato, però il
pomeriggio è stato bellissimo e la cena ha portato non poco umorismo tra i
presenti.
La parte più bella è stata la lunga chiacchierata
in un misto di italiano e spagnolo tra noi e Carmenza. La parte più drammatica
quando Carmenza ha tirato fuori un libro illustrato di ricette italiane. Quando
è arrivata alle trenette al pesto avevamo le lacrime agli occhi. L’estate
intera è passata senza che potessimo mangiarle nemmeno una volta! È una cosa
atroce!
Insomma, oggi, il romanticismo era davvero alle
stelle (!) e nessuno ha sentito la mancanza del Lago o della cena di pesce.
Oddio, della cena di pesce forse sì, ma non del
Lago. È vero: come per la metà dei veronesi tanti dei nostri sogni sono nati durante le mille passeggiate sul
Garda, ma è qui in Colombia che hanno preso forma. La meravigliosa forma dei
nostri figli.
Besos,
I
Longo
Il commento del nonno Sergio oggi arriverà con una mail. Intanto: Forza e auguri ragazzi, si tratta solo di aspettare qualche giorno e poi tornerete a casa. Ciao e un bacio a tutti.
RispondiEliminaciao bella famigliola e tanti auguri di buon 13imo anniversario!!!! Vi aspettiamo.. con un vassoio di trenette al pesto!! Un abbraccio dai Daldossi (..abbiamo fatto 13 anche noi a giugno!)
RispondiEliminaGrazie!!! Soprattutto per le trenette!
EliminaDai che manca poco. Non vediamo l'ora di riabbracciarvi!
yo conozco esta peluquería, hay otras peluquerias en bogota
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