Nel
giorno in cui abbiamo finalmente ottenuto il visto per far entrare Alexander in
Italia, cioè l’ultimissima incombenza prima di partire, abbiamo ricevuto la
visita di Andrea, l’abogada aiutante
di Olga, e di Joanna, la psicologa di Aibi che ha studiato il caso di Ale.
La
loro visita non è giunta inaspettata, anzi, a dire la verità era stata
annunciata un paio di settimane fa ma finora non se n’era fatto nulla. E quindi
erano due settimane che fremevamo in attesa dell’incontro, non tanto per l’incontro
in sé (beh, per Luca rivedere Andrea poteva già essere un buon motivo per
fremere!), ma perché ci avevano preannunciato che la famiglia con cui Ale ha
vissuto fino a due mesi fa ci aveva preparato un dvd di immagini del periodo
passato insieme.
Chi
è un genitore adottivo sa di cosa stiamo parlando. Se incontri tuo figlio
quando lui ha un anno ti sei perso un anno della sua vita. Al di là di poche
informazioni che ti danno, non sai com’era, cosa faceva, con chi stava, dove si
trovava ecc. Se incontri tuo figlio quando ha cinque anni ti sei perso cinque
anni della sua vita e difficilmente potrai recuperarli.
È
vero, quel che conta sono gli anni che passi insieme a lui. Più del passato in
questo caso contano il presente e soprattutto il futuro.
Il
compito del genitore adottivo è quello di rendere saldo ciò che di bello viene
dal passato cercando di far superare nel modo più indolore possibile ciò che
invece è negativo.
Resta
però il fatto che di solito si hanno pochissime informazioni su ciò che i
nostri figli sono stati in nostra assenza.
Noi
oggi abbiamo avuto la fortuna di colmare un po’ il vuoto che abbiamo nei
confronti dei primi tredici mesi di Alexander.
La
nostra è una grande fortuna perché Alexander è stato fortunato a sua volta. E ciò
è evidente dalle immagini contenute in quel dvd.
Foto
e video ci mostrano un Alexander piccolissimo (e bruttino, dobbiamo dirlo!)
amato e coccolato al di là di ogni aspettativa.
Nel
vedere che in famiglia c’erano altri bimbi più grandi che lo spupazzavano, la
Dani ha dato segni di comprensibile gelosia e ha cominciato a dire “Tanto adesso
è tutto mio!” – “Beh, non era loro fratello” – “Io sono più bella di quel
bambino lì, vero?”. Beata innocenza!
I
sentimenti di mamma e papà invece sono di tipo diverso e si possono riassumere
nel termine “riconoscenza”.
Riconoscenza
eterna a quelle persone che hanno deciso di prendersi cura di un bimbo senza
che fosse loro, che hanno sicuramente fatto di tutto per dargli il maggior
affetto possibile, il più vicino a quello di una mamma e di un papà pur senza
esserlo. Riconoscenza perché fin da subito è stato evidente che ce l’hanno
messa proprio tutta senza che nessuno glielo chiedesse.
Qui
infatti, le famiglie affidatarie ricevono un compenso dallo Stato per occuparsi
dei piccoli in attesa di una famiglia “vera” e spesso capita che questo venga
preso come un vero e proprio lavoro investendo il minimo dello sforzo.
Alexander
invece ha ricevuto amore fin dal suo primo anno di vita. E non è cosa da poco,
visto e considerato che milioni di bimbi devono aspettare ben di più per averne
anche solo una parvenza.
Dunque,
grazie. Grazie “mamita” che ti sei
presa cura del nostro piccolo pur sapendo che un giorno l’avresti visto andar
via per sempre. Le foto più commoventi sono quelle in cui Ale viene preparato
per andare a Neiva, dove poche ore dopo avrebbe incontrato noi. Gli ultimi
momenti da “non figlio” di nostro figlio.
Prima
che il miracolo si compisse.
Besos,
I
Longo
Siete formidabili. Commentare oggi è proprio difficile. Commozione e lacrimoni si sprecano. Ci viene in mente che, con gli auguri, da qualche parte abbiamo letto:
RispondiEliminaRidete e giocate con lui ...
Parlate e imparate con lui ...
Sognate e crescete con lui ...
... insieme dividerete un mondo di felicità. Besos a todos.
:-)!
EliminaAdesso siete voi che commuovete noi!!!
Dai che manca poco a che anche voi possiate ridere con lui... e se volete anche condividere le notti in bianco come quella appena passata...avanti!
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