Acqua bene
inalienabile, ricchezza dell’umanità, sostanza vitale in tutto il mondo.
Tranne che in Colombia.
Acquistare una
bottiglietta d’acqua non dovrebbe essere una cosa difficile. In Italia
qualsiasi bar, negozio di generi alimentari o supermercato ne ha a decine, di
ogni tipo e marca: naturale, frizzante, leggermente frizzante, effervescente
naturale, con bolle di mezzo metro o quelle con una sola bolla che va in giro
come un’idiota in cerca di qualche compagna, ecc. In Italia, poi, ci sono bottiglie
di ogni dimensione, dal formato famiglia extra large fino al flaconcino da
pochette.
In Colombia non è così,
anche nei supermercati più forniti l’acqua scarseggia. Le marche sono due,
massimo tre, e le uniche bottiglie disponibili sono quelle da mezzo litro. Se sei
a Bogotà, questo non è un grande problema, tanto il sole non si vede quasi mai
e non rischi di certo la disidratazione, ma se ti trovi in una città come
Neiva, con temperature oltre i 30 gradi sia di giorno che di notte, il problema
esiste, eccome!
Nei giorni trascorsi
a Neiva le cassiere dell’unico supermercato presente nel centro della città strabuzzavano
gli occhi ogni volta che ci presentavamo alla cassa con non meno di 15-20
bottigliette d’acqua da mezzo litro. Erano stupite perché nessun colombiano
che si rispetti beve acqua e da una cassa all’altra si dicevano “los solitos italianos
sborones!”.
In compenso in
Colombia gli scaffali sono pieni di bibite di ogni tipo, rigorosamente gasate,
e in formati che in Europa nessuno di noi ha mai nemmeno immaginato. Vedere una
bottiglia di Coca Cola da 2,5, 3 o addirittura 4 litri fa un po’ impressione.
Accanto alle marche
più conosciute, poi, si trovano bevande di produzione locale che ad essere
sinceri spaventano alquanto, ma che qui bevono praticamente tutti. Si tratta delle
famigerate “gaseosas” di colore arancione, sulla cui etichetta figura solo il
nome “La Colombiana” e nient’altro. Ora, si era già capito che il colombiano mi
è particolarmente patriota (e fa bene!), ma dare un nome così altisonante a un
beverone di cui l’etichetta non riporta nemmeno gli ingredienti sembra un po’ azzardato.
Perché è proprio così: l’etichetta tace sulle sostanze con cui il beverone è
fatto. Alla faccia della salubrità dei prodotti e della filiera di cui tanto si
parla in Italia.
Se interessati, l’altro
giorno al supermercato dove andiamo con maggior frequenza abbiamo visto che ne
vendono cinque litri a un prezzo stracciato e ti danno pure il bicchiere in
omaggio. Affrettatevi però perché l’offerta è valida fino a esaurimento scorte!
Oggi non volevamo
credere ai nostri occhi. Su uno scaffale dello stesso supermercato, lontano
decine di metri da quello delle bibite, facevano bella mostra di sé alcune
bottiglie di acqua naturale da un litro di una nota marca francese. Stavolta è
toccato a noi strabuzzare gli occhi e ci siamo avvicinati subito, ma con altrettanta
velocità ce ne siamo andati. Il prezzo di una bottiglia era di quasi 10.000
pesos, cioè all’incirca 5 euro!!!
Fatti due conti,
siamo andati a prendere la Colombiana. Almeno con quella ti regalavano il
bicchiere!
Besos,
I Longo
PS: ovviamente
scherziamo! La Colombiana non l’abbiamo mai assaggiata. Preferiamo i
colombiani, quelli alti un metro e venti o addirittura che al metro non c’arrivano
per niente! Quelli però, invece di berli, ce li mangeremmo di baci!