domenica 2 settembre 2012

Colombia, croce e delizia


Ne abbiamo dette di cotte e di crude, ce ne rendiamo conto.

Spesso l’abbiamo deriso e a volte ce ne siamo lamentati pesantemente. Ma era solamente per il bisogno di sdrammatizzare, di riderci sopra, di vedere il lato comico di un’esperienza per certi versi fin troppo seria.

È stato il nostro modo di dichiarare il nostro amore per questo Paese, patria dei nostri sogni e terra in cui, al di là di ogni previsione, fondano le radici di metà della nostra famiglia.

Il rammarico è di non aver completato il quadro che abbiamo cercato di dipingere con i nostri post e di levare le tende quando ancora mancavano ancora tantissimi argomenti da trattare come per esempio i mezzi di trasporto su cui abbiamo raccolto un portfolio di tutto rispetto, la meravigliosa architettura moderna dei palazzi nella zona nord, la frutta di cui abbiamo immagini dai mille colori, i postres, i mini-dolcetti di fine pasto che tanto ci hanno fatto ridere e a volte inorridire. E poi le persone: ce ne sarebbe da dire per un altro paio di mesi. A volte il ritratto della cordialità (los hombres) a volte proprio st....e (las mujeres).

Non ce ne vogliano i colombiani (soprattutto quelli che conosciamo!) ma questo è stato veramente difficile da comprendere: come si possa convivere con così tante contraddizioni. Si fanno in quattro per trovarti un posto sul banco in chiesa e poi non c’è verso di uscire dall’edificio con il passeggino perché nessuno si degna di farti passare.

Luca è stato sul punto di litigare di brutto almeno con tre donne in tre diverse situazioni mentre faceva la coda alla cassa del supermercato. La mamma ha urlato tre parolacce di quelle brutte a un automobilista che, nella totale indifferenza, stava tirando sotto lei, la niña y el bebè.

Per carità, queste cose succedono anche in Italia, anzi! Ma nel Paese che hai deciso di amare nonostante tutto, a volte è difficile mandare giù la mancanza di considerazione. Se dalla mia faccia è più che evidente che non ho capito una parola di quello che mi hai detto, perché ti ostini a parlare ancora più veloce???

E poi ci sono le persone squisite che sono la maggiorissima parte e tra cui c’è anche qualche donna (J). I colombiani sono dolci e galanti, discreti e molto fieri.

Una cosa che gli invidiamo enormemente è l’attaccamento alla propria patria. Noi abbiamo dimenticato da troppo tempo cosa significhi essere fieri del Paese in cui siamo nati, mentre qui dappertutto si trova scritto “fiero di essere colombiano” oppure “hecho en Colombia” (fatto in Colombia) e le bandiere si sprecano. Gli uomini che lustrano le scarpe per strada hanno l’appoggiapiedi colorato di giallo, rosso e blu. Le strutture di ogni parco giochi sono colorate delle stesse tinte e al mercado de las pulgas girano cani vestiti col tricolore nazionale.

Ci spiace tantissimo di aver visitato una minima parte del territorio colombiano. Per farlo ci vorrebbe molto più tempo, un diverso equipaggiamento (leggi “meno figli”!) e una carta di credito con un plafond molto più alto dato che in alcune zone è davvero molto costoso (oltre che pericoloso) “avventurarsi”. Anche se rispetto a sei anni fa ci pare di aver notato una diminuzione delle misure di sicurezza, ci dicono che tra Farc, guerriglia e narcotraffico il livello di pericolosità è ancora molto alto (solo la settimana scorsa sono morte sei persone, tra cui due bambini, per l’esplosione di un ordigno piazzato nel baule di un taxi). Alle famiglie adottive viene intimato di non fare nulla che possa mettere grandi e piccoli in situazioni pericolose e noi non abbiamo potuto fare altro che ascoltare questo "consiglio".

La sensazione di perdersi qualcosa, però, rimane ed è triste che un Paese così bello venga trattato in questo modo.

Le migliaia di fotografie scattate, i souvenir e le decine di oggetti conservati scrupolosamente (dai biglietti del cinema alle bustine del te alla coca, dal pacchetto di patatine alla targhetta del primo body preso ad Ale) ci serviranno per tenere ancora più stretti i ricordi. Siamo certi, però, che ogni singolo istante rimarrà sempre con noi perché, nonostante le non poche difficoltà, abbiamo vissuto ogni istante qui come un momento indimenticabile.

Dopo più di due mesi trascorsi qui (alla fine saranno 66 giorni) è inevitabile sentirsi come a casa propria e la nostalgia si sta già facendo avanti.

Ci sentiamo lusingati della fortuna che abbiamo avuto e saremo eternamente grati a questo Paese che ci ha fatto il dono più grande che si possa immaginare.

Promettiamo di averne per sempre la massima cura e di amare eternamente il luogo in cui sono nati i nostri sogni.


Besos,
I Longo













2 commenti:

  1. La vostra "meravigliosa" avventura (pur con tutte le difficoltà incontrate) volge al termine. E' chiaro che tutto ciò che avete provato lo porterete per sempre nel cuore e tornate con un grande tesoro. Non rammaricatevi se non avete completato il quadro colombiano e sbrigatevi a tornare. A sorpresa: lo spirito di Patria colombiano, evviva le bandiere! Besos (gli ultimi virtuali)

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  2. I Longo in Verona hanno tante cose da dire ai Longo in Colombia per cui segue mail. Besos

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